Per il momento l’unica cosa sulla quale sarebbe d’accordo tutta la dirigenza del Milan è il fatto che il ciclo di Stefano Pioli sia finito e che a fine stagione l’allenatore emiliano lascerà i rossoneri dopo quattro anni, qualsiasi siano i risultati sportivi di questa. C’è bisogno di cambiare per dare nuovi stimoli all’ambiente, motivo per il quale si punterà molto probabilmente su un profilo carismatico che possa permettere al diavolo di tornare a compere sia sul fronte nazionale che internazionale.
Peccato che per il momento il profilo in questione non sarebbe ancora stato deciso, anzi, i diversi punti di vista avrebbero creato delle divergenze all’interno della dirigenza rossonera, per l’appunto divisa per quanto concerne il discorso relativo alla scelta del nuovo allenatore.
Potremmo dire che il Milan spera quasi che questa stagione volga al più presto al termine per iniziare un nuovo ed entusiasmante progetto tecnico, che come raccontato in questi mesi non vedrà più Stefano Pioli alla guida del diavolo. A fronte di questo, dunque, potremmo dire che il club rossonero è alla ricerca di un nuovo allenatore, scelta che risulterebbe essere scontata ma che in realtà non lo sarebbe affatto.
Stando infatti a quanto trapelato nelle scorse ore, come confermato poi anche in esclusiva da Sporitalia, la dirigenza del Milan sarebbe divisa perché mentre Giorgio Furlani punterebbe su un profilo, Zlatan Ibrahimovic e Moncada voterebbero invece per un altro allenatore, che niente poco di meno è Antonio Conte.
Lo svedese ed il direttore sportivo rossonero credono che l’ex Inter possa essere l’uomo giusto al quale affidare non solo la squadra ma anche un progetto tecnico vincente e duraturo, dove l’obiettivo principale è quello iniziare a dominare in Italia per poi tornare a farlo anche in Europa.
Mentre Ibrahimovic e Moncada spingono per il ritorno a Milano, ma questa volta in rossonero, di Antonio Conte, Giorgio Furlani ritiene che Thiago Motta possa essere l’uomo giusto per il Milan, per diversi ed importanti motivi, come ad esempio quelli economici e sportivi.
Sì, perché l’allenatore italo-brasiliano non solo guadagna decisamente di meno rispetto all’ex CT della Nazionale, aspetto da non sottovalutare considerato il fatto che ci sarà da pagare Pioli fino al 30 giugno 2025, ma ha dimostrato a Bologna di avere delle precise idee di calcio che potrebbero permettere al Milan di tornare ad esprimere un gioco propositivo ed offensivo, come lo richiedeva all’epoca anche Silvio Berlusconi.
Il fatto che la dirigenza rossonera sia divisa nella scelta dell’allenatore non significa che ci sia una crepa interna insanabile, anzi, tutt’altro. Stando alle ultime notizie i confronti fra Ibrahimovic, Furlani e Moncada ci sono giornalieramente, con i tre dirigenti che hanno intenzione di trovare un punto di incontro per il meglio del futuro del Milan.
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