Bandiere di nuovo listate a lutto: il mondo del calcio piange la prematura scomparsa dellâex attaccante. Ecco di chi si tratta
Se lâessenza del calcio è il gol, gli attaccanti, che vivono di gol e per il gol, sono inevitabilmente gli idoli di tutti i tifosi anche perchĂŠ i âfantasistiâ, gli unici che possono contendere loro il favore dei tifosi, sono sempre piĂš merce rara in un calcio moderno che fatica a trovare spazio per chi âgioca tra le lineeâ.
Dunque, gli attaccanti ci entusiasmano, ci esaltano ma ci fanno anche disperare quando si divorano un gol che sembra giĂ fatto e che induce un habituĂŠ delle partite di calcetto al giovedĂŹ o dellâeterna sfida tra âscapoli e ammogliatiâ a pensare âquesto lo avrei segnato anchâioâ.
Ma purtroppo ci fanno versare anche copiose lacrime visto che, dopo la scomparsa di Gianluca Vialli, uno migliori attaccanti a cavallo tra due millenni, un altro ex attaccante ci ha lasciati per sempre.
Il calcio biellese è in lutto per la scomparsa, a soli 50 anni, di JosÊ Maria La Cagnina, attaccante che ha indossato il bianconero per una sola stagione, nel 1998/1999, ai tempi della serie C2.
Comasco di nascita e formatosi nel settore giovanile dellâInter, La Cagnina approda alla Biellese nella stagione 1998-99, la prima della sua carriera da professionista. In quellâannata lâallenatore dei bianconeri piemontesi è Giuseppe Sannino, al momento tecnico del Paradiso, club della terza serie svizzera, che però vanta un passato in Serie A, lo vuole con sĂŠ anche nelle successive tappe della sua carriera.
La Cagnina, quindi, milita, tra le altre, nel Pavia, nel Crociati Noceto, nel Carpenedolo, nel Giorgione e nel Treviso per una carriera spesa soprattutto in C2 lasciando un ottimo ricordo nei cuori di tutti i tifosi, in particolare di quelli del Lecco e della Cremonese con i cui colori conquista delle storiche promozioni.
Dâaltronde, come insegnano tutti coloro che il calcio lo hanno giocato ai massimi livelli, fare gol è difficile in qualsiasi categoria, dalla Serie A alla Promozione. Di conseguenza, anche chi buca le reti avversarie nelle categorie inferiori merita si guadagna lâaffetto dei tifosi al pari di un bomber di Serie A.
Chiusa la carriera, a quarantâanni, da difensore centrale, in ossequio alla quella consolidata consuetudine calcistica che vuole che lâattaccante arretri progressivamente con lâavanzare dellâetĂ , La Cagnina diventa allenatore delle giovanili, ricoprendo tale incarico anche allâAcademy dellâUdinese, prima che la malattia lo allontani dal campo e poi lo strappi allâaffetto dei suoi cari ai quali si stringono tutti i suoi ex colleghi e i tifosi di ogni fede calcistica.
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