È appena cominciata l’era Gattuso, che sarà da chiarire poi se potrà chiamarsi così o meno, considerando che il suo mandato è per la speranza del Mondiale 2026.
Perché ad oggi, per assurdo, si può considerare speranza e non “semplice traguardo”. Ai tempi proprio del neo CT della Nazionale azzurra, arrivare al Mondiale era prassi. Chiaro è che l’Italia, neppure nel 2006, partiva come favorita. Ma al Mondiale c’era, senza dubbio. E tutte poi alla competizione avevano l’obbligo di giocarsela contro quella Nazionale che, prima ancora per qualità tecniche, eccelleva in una qualità che non si compra e non si allena: l’essere squadra.
Una squadra che dovrà essere squadra e comportarsi da tale, non appena Rino comincerà a “ringhiare” in allenamento. Toccherà i punti giusti, assieme al suo staff, fatto sia di campioni del Mondo 2006, che di campioni d’Europa nel 2020. Ma c’è un assente, scartato, che non convince Il Corriere dello Sport che nella sua analisi si chiede: “Perché?” Ed effettivamente, perché è stato scartato? Fa paura alla FIGC, a qualcuno? Uno dei migliori della Nazionale 2006, uno dei migliori anche tra gli allenatori usciti dalla scuola di Coverciano dopo il 2006, scartato come fosse uno qualunque. Il motivo non è chiaro, ma è stato analizzato questa mattina tra le colonne di uno dei principali quotidiani sportivi in Italia.
Potrebbe rappresentare una figura scomodissima, probabilmente, altrimenti non ci sono altre soluzioni. Ne parla apertamente tra le sue righe Il Corriere dello Sport, che si domanda cosa avrebbe spinto a scartare categoricamente uno dei migliori di quel Mondiale e pure tra gli allenatori di oggi, che potevano essere presi in considerazione, senza inserirlo neppure tra i possibili candidati.
La scelta di Gattuso risulterà sicuramente vincente, ma assieme a De Rossi e altre opzioni per la panchina, mai sembrerebbe essere stato pensato da Gravina di prendere Fabio Cannavaro come Commissario Tecnico della Nazionale. E perché?
Nelle sue esperienze da allenatore, vissute prima in Cina e poi in Italia, passando anche per la Champions League con la Dinamo Zagabria, Fabio Cannavaro ha ottenuto i risultati che i club gli chiedevano. Eppure, non è bastato per finire tra i candidati chi ha alzato al cielo da capitano sia la Coppa del Mondo che il Pallone d’Oro. Non roba da niente, se si considera il ruolo da difensore. Non che basti il curriculum da calciatore, è chiaro, ma da allenatore ha dimostrato buone cose che, per qualche motivo, non bastano alla FIGC.
Un ex azzurro come Fabio Cannavaro che sa cosa vuol dire vincere con l’Italia, cosa vuol dire essere al Mondiale. Eppure, non viene considerato né dalla FIGC, né dalla Serie A. Neppure per un ruolo nello staff, mai avvicinato all’Italia, come figura interna alla Federazione.
E in Serie A anche non viene considerato, se non dall’Udinese o dal Benevento che gli hanno concesso una breve parentesi. Un mistero, sul quale ha voluto chiedersi di più lo stesso quotidiano e che, ad oggi, non risulta per niente chiaro. Anche perché Cannavaro, sembra doversi preparare ad un’altra missione all’estero, dove non sarà semplice. In Russia, al CSKA di Mosca, dove lo avrebbero scelto.
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