Serie A, fallimento ad un passo: “Non vogliono salvarsi”

Un’accusa pesante indirizzata ad uno dei tanti club del massimo campionato italiano in crisi economica. Parole di fuoco: “Il nostro progetto mai considerato”.

In serie A infatti la crisi economica è latente. In tante società hanno difficoltà a sostenere la continuità aziendale. A salvarle anche il provvedimento contenuto nella Finanziaria che ha consentito loro il differimento in cinque anni di quanto dovuto allo Stato.

Uno stadio vuoto a simobeleggiare la crisi di tanti club italiani.
Uno stadio desolatamente vuoto.

Il riferimento è alla possibilità, per tutte le società sportive, non solo in serie A, di pagare in 60 rate, spalmate in cinque anni, i tributi da versare all’Erario per l’Irpef. Negli ultimi tre anni infatti, anche a causa del Covid, tali pagamenti erano stati congelati dai governi in carica. Parliamo delle due maggioranze guidate da Giuseppe Conte e di quella del premier Mario Draghi.

Il pesante rosso della serie A

La serie A, da anni, per propria incapacità, registra un rosso imponente. Una crisi che parte da lontano, dovuta soprattutto all’incapacità di patrimonializzare con stadi di proprietà, mercato e investimenti oculati. Sono molte le squadre, infatti, ad aver fatto il passo più lungo della gamba.

Addetti alla sicurezza in uno stadio in serie A.
Controlli in uno stadio vuoto.

Come riportava la Gazzetta dello Sport nel marzo 2022, rispetto ai bilanci 2020-2021 i numeri erano devastanti. Per essere chiari, parliamo di un miliardo di rosso e di 3,4 miliardi di debiti al netto dei crediti. Costi insostenibili non solo per le piccole della serie A, anche per le big. La Juventus negli ultimi due anni ha ricapitalizzato per 700 milioni, l’Inter ha una parte di capitale sociale in pegno, mentre la Roma ha registrato il peggior disavanzo della propria storia.

Crisi Sampdoria: il club non vende

Tra le squadre in maggior difficoltà, in serie A, da tempo figura la Sampdoria. Il club viene valutato almeno 40 milioni, il guinzaglio per un eventuale nuovo compratore riguarda il debito, pari a oltre 100 milioni. Non bastasse questa crisi, il 6 dicembre 2021 l’allora presidente, Massimo Ferrero, è stato tratto in arresto dalla Guardia di Finanza. Pesanti le accuse per l’imprenditore cinematografico: reati societari e bancarotta. La Sampdoria non è coinvolta nell’inchiesta e dora Ferrero è libero.

Le accuse del Fondo Merlyn

A risolvere la crisi della Sampdoria ci ha provato il fondo Merlyn, interessato all’acquisto del club. Trattativa di fatto interrotta, questo si evince dalla nota odierna, firmata dal CEO, Alessandro Barnaba: “L’attenzione, l’impegno e la passione che abbiamo profuso per provare a salvare e rilanciare la Sampdoria presentando un piano industriale e finanziario efficace e sostenibile non è stato purtroppo preso in considerazione.

Oggi si sommano alla triste constatazione che le analisi e gli scenari che avevano presentato all’attuale proprietà, alle banche, al cda e al Collegio Sindacale si sono realizzate”, si legge nella nota diffusa stamattina.

Il potenziale acquirente: “Nessun reale interesse a valutare soluzioni”

Come si legge nel lungo comunicato del fondo Merlyn, la crisi Samp è ben lontana dall’esaurirsi. “Il comunicato stampa della Sampdoria emanato (lo scorso 13 gennaio, ndr) ci indica infatti al fallimento del ‘Piano Banca Sistema’, evidenziando ancora una volta la totale mancanza da parte dell’attuale proprietà e dei suoi finanziatori di un reale interesse a valutare soluzioni specificatamente ideate al solo salvataggio e rilancio della Sampdoria”, si  evidenzia, senza sconti, all’attuale managment.

Il Fondo Merlyn aspetta ancora la Sampdoria

Non è finita però. Per sistemare la crisi dei blucerchiati, il fondo è disposto ad attendere. “Merlyn continuerà a seguire l’evoluzione della situazione ribadendo che, qualora si dovessero presentare le condizioni per poter realizzare un progetto per il rilancio della Sampdoria, ci faremo trovare pronti con un nuovo piano che avrà però tempi, obiettivi e modalità di intervento totalmente differenti”, conclude la nota.

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