L’arrivo di Kevin De Bruyne e la convivenza difficile con McTominay che penalizza lo slovacco: perché è solo una leggenda metropolitana

L’arrivo di Kevin De Bruyne a Napoli è stato senza dubbio il colpo più sensazionale del mercato estivo italiano (insieme all’ingaggio da parte del Milan di Modric). Arrivato a parametro zero un calciatore di assoluto valore, una stella del panorama mondiale che avrebbe meritato il Pallone d’Oro. Icona del calcio moderno e chi più ne ha più ne metta.
L’ingaggio da parte di De Bruyne ha “imposto” Antonio Conte a cambiare in estate il modulo e rivedere il suo piano tattico. D’altronde se aggiungi il belga a Lobotka, Anguissa e McTominay va da sé che nessuno dei quattro può restare fuori. E così il varo del 4-1-4-1 asimmetrico tra destra e sinistra: d’altronde in casa azzurra c’è un altro intoccabile, quel Matteo Politano che garantisce copertura, sacrificio tattico ed azioni offensive.
E così Politano a destra funge da esterno puro, com’è nelle sue qualità mentre sull’out mancino è stato dirottato McTominay. Lo scozzese, con il suo immenso talento, può giocare ovunque: l’Mvp dello scorso campionato, nel modulo tattico varato da Conte, parte dalla corsia per poi accentarsi lasciando la fascia al terzino, nella fattispecie Spinazzola.
Un modo asimmetrico di attaccare come ha evidenziato anche De Bruyne ai media dopo il 2-1 allo Sporting Lisbona in cui si è reso protagonista con due assist di pregevole fattura. La squadra si sta però abituando al nuovo modulo e tutti i calciatori stanno entrando nei giusti meccanismi.
McTominay, altro che problema tattico: cosa sta accadendo allo scozzese
McTominay appare invece un po’ in difficoltà in questo modulo. Il gol al Cagliari e poi più nulla per il numero 8 azzurro che contro lo Sporting è stato tra i peggiori in campo. Se ne sono dette di tutti i colori: lo scozzese non può convivere con De Bruyne, sulla fascia sinistra perde il suo potenziale perché non è al centro del gioco.

Partiamo dal presupposto che Conte sta ancora trovando i giusti meccanismi per far convivere tutti e quattro i centrocampisti più Politano: il 4-1-4-1 al momento sembra l’unica soluzione possibile. Lo scozzese parte defilato ma poi accentra il suo raggio d’azione per entrare dentro al campo.
Più che altro il suo sacrificio è soprattutto in copertura: Scott, per equilibri di squadra, si spende nella doppia fase ma il suo apporto offensivo continua ad essere uno dei punti di forza della squadra azzurra. Si propone ed attacca la profondità come abbiamo imparato ad ammirarlo nella scorsa stagione.
In un campionato, un momento di flessione è fisiologico per tutti a cui va aggiunta una preparazione estiva frenata da qualche problema fisico. Al momento non sembra affatto un problema tattico: certo, rivedere all’azione il vero McTominay rassenerebbe tutti ma è solo questione di tempo, con Conte più che sicuro di rivedere presto il calciatore decisivo qual è.