Trentalange non molla: l’AIA può riprenderlo dopo l’assoluzione, gli scenari

Un sospiro di sollievo per l’ex capo degli arbitri italiani che ora potrebbe rientrare nei ranghi. Si era dimesso il 18 dicembre.

L’ex arbitro torinese, 65 anni, era finito nel mirino della giustizia sportiva dopo l’arresto di Rosario D’Onofrio, ex capo della Procura Arbitrale dell’Aia. Il giudice dei fischietti, il 12 novembre scorso, era finito in manette con un’accusa pesantissima: spaccio internazionale di stupefacenti.

Trentalange non molla: l'AIA può riprenderlo
Alfredo Trentalange (ansa, calcionow)

L’ex fischietto piemontese, eletto numero 1 dell’Aia il 14 febbraio 2021, ereditando il “regno” di Marcello Nicchi, si era sempre dichiarato estraneo alla vicenda. Sulla sua testa, moralmente parlando, pendeva la scelta di nominare D’Onofrio a capo della Procura, effettuata a un solo mese di distanza dalla sua elezione. Pressato dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, il 18 dicembre aveva dato le dimissioni, al fine di evitare il commissariamento dell’Aia.

Trentalange assolto: ecco cosa potrebbe accadere

Il 27 aprile scorso, la Corte d’Appello Federale ha assolto Alfredo Trentalange, condannato in primo grado dal Tribunale Federale a tre mesi di inibizione. Una vittoria importante quella ottenuto dalla difesa dell’ex capo dell’Aia, composta da quattro legali: Mattarella, Presutti, Gallinelli e Laudani.

Trentalange non molla: l'AIA può riprenderlo
Alfredo Trentalange, assolto in secondo grado (ansa, calcionow)

In primo grado, il 17 marzo, la Corte presieduta da Roberto Proietti, aveva accolto solo due dei sette capi di imputazione formulati dal procuratore federale, Giuseppe Chinè, il quale aveva chiesto sei mesi di inibizione. Il risultato era stato un dispositivo che condannava l’ex direttore di gara solo per la violazione del “solito” articolo 4 comma1, ovvero quello della lealtà sportiva. Su questa pronuncia, debole, i legali di Trentalange in appello hanno ribaltato la sentenza, senza che lo stesso Chinè fosse in aula a difendere il suo operato.

Trentalange: dopo le motivazioni il ritorno all’Aia?

Alfredo Trentalange non lo ha mai detto pubblicamente, ma in cuor suo spera che l’assoluzione ad opera della Corte d’Appello Federale, presieduta da Luigi Maria Torsello, apra uno spiraglio per rimettere piede nell’Aia.

In secondo grado, di fatto, gli avvocati di Trentalange hanno dimostrato come Rosario D’Onofrio fosse bravissimo a nascondere la sua vita privata. Come riporta fanpage.it, prima di essere arrestato a novembre, l’ex capo della Procura Arbitrale era già finito in manette nel maggio 2020. Fermo effettuato dalle Fiamme Gialle perché in possesso di 40 kg di marijuana nei pressi di Linate. Detenuto fino a settembre 2020, durante i domiciliari, grazie ad alcuni permessi, partecipava alle riunioni di sua competenza senza che l’Aia fosse a conoscenza del suo status di recluso.

Ora Trentalange spera che le motivazioni della Corte Federale d’Appello, da depositare entro 10 giorni dal 27 aprile stesso, tolgano ogni dubbio sulla reale possibilità per lui di limitare l’operato di D’Onofrio.

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