Superlega, la denuncia di Andrea Agnelli: “Ecco cosa mi hanno fatto”

Non è più il presidente della Juventus, ma il calcio resta sempre un caposaldo della sua professione. Andrea Agnelli torna a a parlare e attacca la Uefa.

Andrea Agnelli, come noto, da presidente della Juventus è indagato nell’inchiesta “Prisma” della Procura di Torino. Gli inquirenti sabaudi hanno chiesto e ottenuto per lui il giudizio, il 27 marzo si terrà l’udienza preliminare davanti al giudice Marco Picco. Alla sbarra, oltre alla Juventus come società (persona giuridica, ndr), anche 12 imputati. Picco deciderà chi andrà a processo, diversamente potrebbe optare per il non luogo a procedere.

Agnelli pensa alla Superlega.
Andrea Agnelli

La Procura di Torino contesta violazioni decisamente pesanti. Tra i reati ipotizzati le false comunicazioni sociali, l’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, la manipolazione del mercato (la Juventus è quotata in Borsa). Saranno verificati anche l’eventuale commissione del reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art.2 D.Lgs 74/2000).

Agnelli: le dimissioni dalla Juve dopo l’indagine Prisma

Proprio in seguito all’indagine Prisma, l’ex CDA della Juventus lo scorso 28 novembre ha dato le dimissioni. Hanno quindi lasciato il board della Vecchia Signora il presidente Andrea Agnelli e il suo vice Pavel Nedved. Addio anche per l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene. Dell’organo dirigenziale facevano parte anche Laurence Debroux, Massimo Della Ragione, Katryn Fink, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio, Giorgio Tacchia e Suzanne Keywood. Come noto, l’indagine Prisma, in termini di giustizia ha partorito due filoni. Quello sulle plusvalenze fittizie, sfociato nella penalizzazione di 15 punti, oltre a quello sulle scritture private. Secondo gli inquirenti sabaudi, sta terminando la fase preliminare delle indagini, tali accordi non sarebbero stati trascritti nei moduli federali.

Andrea Agnelli e Massimo Allegri.
Andrea Agnelli e Massimo Allegri.

Andrea Agnelli era finito nel mirino anche per essere uno dei fautori della Superlega. Una sorta di campionato per soli top club, alimentato con tanti milioni di euro. Un’idea ovviamente condannata dalla stragrande maggioranza delle federazioni calcistiche europee, oltre che dal numero 1 della Uefa, Aleksander Ceferin. Agnelli è tornato a parlare.

Agnelli sulla Superlega: “Servono campionati per il calcio di vertice”

Come riporta calcioefinanza.com, Andrea Agnelli si è confessato in una lunga intervista al quotidiano de Telegraaf. Nella testa dell”ex Presidente della Juventus, Andrea Agnelli, la Uefa resta un ostacolo allo sviluppo del calcio moderno.  “L’Ajax è diventato campione d’Olanda nel 2019, ha vinto la coppa e la Supercoppa e ha disputato le semifinali di Champions League. Due mesi dopo, il club avrebbe potuto essere eliminato nel turno preliminare della nuova Champions League”, ha detto Agnelli. “Con una tale incertezza, non è possibile come club prendere decisioni a lungo termine sostenibili e sane. Ecco perché sono favorevole a un sistema di campionati nel calcio europeo di vertice, con maggiori opportunità finanziarie e sportive per ogni club. Il monopolio della UEFA deve essere spezzato per dare ai club un futuro finanziariamente stabile.  », ha ribadito l’ex numero 1 della Juventus.

La rivelazione choc di Agnelli: “Io e Ceferin eravamo d’accordo su tutto”

Andrea Agnelli non vuole passare per il vessillo della Superlega: non era stato un colpo di stato, pensato solo per i top club come la Juventus, “Nel 2019 eravamo pronti, Aleksander Ceferin ed io. I top club di tutte le sottodivisioni dell’ECA si erano accordati su un nuovo formato. I club di medie dimensioni delle grandi leghe, i dirigenti delle grandi leghe e alcune associazioni nazionali vedevano il nuovo formato come una minaccia e quindi Ceferin si è ritirato”, ha rivelato Agnelli, rimandando la palla al suo ormai ex amico.

Agnelli: “Ecco perché serve la Superlega”

Agnelli, al quotidiano olandese, spiega perché sia necessaria la Superlega.  «Se rimane tutto così prevedibile come in questo momento, vincono sempre gli stessi, il pubblico si allontanerà dal calcio. Da qui l’idea di un campionato europeo con diverse divisioni con un sistema di promozione e retrocessione. A condizione che offrano pari opportunità ai club”, ha ribadito ancora una volta l’imprenditore della famiglia della Juventus.

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